lunedì 20 agosto 2012

Good Bye, Caselli!


Luca Caselli
Luca Caselli già sul viale del tramonto? Alcuni indizi farebbero pensare di sì. L’uomo (nero) della svolta – che, dopo essere stato giovanissimo segretario locale del Msi, per un pugno di voti nel 2009 conquistò la poltrona di primo cittadino della rossa Sassuolo – sta attraversando un periodo di forte difficoltà e di incertezze.

Come vinse? Abile lui, certamente, e molto compatta la squadra che lo sostenne. Tuttavia:
- il centro sinistra, al solito litigioso, fece harakiri, ancora più del solito. Basti pensare che i due ex segretari di Margherita e Ds, genitori del Pd che sosteneva Graziano Pattuzzi, si candidarono sindaci contro lo stesso Pattuzzi.
- il berlusconismo era all’apice: consenso massimo a livello nazionale.
- la Lega bossiana cavalcò indegnamente, ma con efficacia, il sentimento anti immigrati.
- la crisi economica aveva iniziato a mordere davvero, e la reazione del cittadino medio fu paura e voglia di cambiamento.
- al ballottaggio Pattuzzi arrivò stanco e scarico e molti suoi sostenitori (inclusi i membri dello staff) sottovalutarono i rischi tremendi del secondo turno.

Caselli con il discusso ex assessore Vincenzi
E ora? Dopo tre scialbi anni di amministrazione, Caselli decide polemicamente di uscire dal Pdl, partito al quale aveva entusiasticamente aderito arrivando a voltare le spalle persino a Fini, sua icona giovanile. La Lega si sbriciola, prima a livello locale poi nazionale. Il centro destra è ai minimi storici. Il Pd regge e Grillo lievita. Il panorama politico è drasticamente cambiato e Caselli rischia grosso. Alcuni profetizzano che in caso di ricandidatura potrebbe persino non arrivare al ballottaggio, schiacciato da un centro sinistra unito dalla cieca e ferma volontà di riprendersi la città e dal grillismo esuberante che mira a fare lo sgambetto al centro destra come a Parma (per poi giocarsi tutto al ballottaggio, sperando nel replay di un candidato vecchio e bolso del Pd).

Ma Caselli è scaltro. Dopo aver stretto l’occhio ai rottamatori di Renzi per accreditarsi rottamatore di destra, furbamente ha iniziato a utilizzare argomenti populisti anti casta, alla Grillo. Infine, di recente, ha lasciato il Pdl che affonda scommettendo sul disastro elettorale di Berlusconi a livello nazionale nel 2013 e su un nuovo partito di destra che nascerebbe dalle ceneri della sconfitta giusto in tempo per il 2014 (quando si vota a Sassuolo). Se ciò non avvenisse, difficilmente il Pdl – di cui già Caselli era esponente di minoranza – perdonerà lo strappo e lo sosterrà. E una lista civica di destra, senza partiti e senza Lega, farebbe fatica a decollare. Quindi Caselli punta tutto sulle disgrazie del Cavaliere, altro leader da lui abiurato (l'attuale sindaco ha rinnegato persino il suo padre politico locale, Enrico Aimi) e se le condizioni non saranno propizie potrebbe persino non ricandidarsi. 

Caselli sa di non aver governato abbastanza bene né di essere sufficientemente popolare per contare su un effetto Tosi a Verona, sa di non avere alle spalle un dream team (anzi…), sa che una sconfitta brusca cancellerebbe gli effetti benefici dell’exploit del 2009. E in politica chi perde, spesso, sparisce. Un bel dilemma. Per mettere le mani avanti, Caselli ha già annunciato che “se fra due anni non ci saranno le condizioni io tornerò a fare l'avvocato e a dedicare più tempo alla mia famiglia”

Bravo a conquistare la poltrona, ma anche a congedarsi. Good Bye, Caselli!

8 commenti:

  1. Al di là del fatto che quanto scritto sia giusto o meno (diverse cose le trovo corrette) si tratta della solita politica trita e ritrita. In cui si pensa alle alleanze, ai candidati, al come strappare il consenso.
    A me di PDL, PD e compagnia cantante interessa proprio niente,. Mi interessa che Caselli mi ha tolto da sotto casa l'enorme disturbo del centro sociale e mi ha migliorato di parecchio la qualità della vita. Un problema creato e mai risolto da 20 anni delle precedenti amministrazioni.
    Tutto il resto sono beghe politiche che riguardano gente che vive in un mondo sempre troppo lontano dalla gente.

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  2. Mi interessa che Caselli mi ha tolto da sotto casa l'enorme disturbo del centro sociale e mi ha migliorato di parecchio la qualità della vita.>>>> il problema italiano è proprio nella ricerca del proprio orticello, degli altri.... che si fottano.

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  3. Chiunque, avendo a disposizione le forze dell'ordine (una cinquantina quel giorno, per un posto vuoto), può sgomberare un centro sociale, soprattutto uno come quello sassolese che mai si era mostrato violento. Si cade davvero in basso se si giudica un Sindaco solo da questo. Oltretutto già l'amministrazione precedente aveva iniziato a pressare il Fassbinder perchè si spostasse da lì, dato che tutti, ragazzi del centro compresi, sapevano che quel quartiere non era il luogo adatto per un posto simile. La differenza è che si cercava un luogo alternativo dove non arrecare fastidio a nessuno, cosa promessa più volte da Caselli senza mai dare garanzie. La politica è l'arte del compromesso, perché si è sindaci di tutti e non solo della propria parte, l'esatto opposto di quello che è Caselli. Usare autoritamente il proprio potere per risolvere ogni problema (come questa amministrazione ha fatto o provato a fare quasi in ogni situazione: Fassbinder, moschea, centro pasti...) è una cosa che qualunque cittadino pescato a caso potrebbe fare, non vedo perché esaltare Caselli per questo.

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  4. A me mi ha fatto i cartelli in dialèt e la bonifica dell'Agro Pontino....."si può avere un po' d'olllio?? "

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  5. l'enorme disturbo del centro sociale? ottimo. son felice di leggere queste cose, così "sceme". se lo rivoti pure. io giuro che le faccio il gay pride sotto casa non appena Re Giovanni si leva dalle terga...

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  6. Cari lettori, sono convinto che la seconda repubblica, mai nata, abbia davvero bisogno di fare un salto in avanti e approdare alla terza repubblica con uomini e donne che si rimettano a fare "politica" per affrontare le grandi e le piccole questioni di noi tutti. Che il sindaco Caselli sia riconfermato o no è presto per dirlo e x fortuna saranno le urne a decretarne la vittoria o la sconfitta. In gioventù pure io mi sono "casualmente" impegnato nella così detta politica militante credendo di poter cambiare qualcosa dall'interno dei partiti, ma soprattutto credendo che una parte del proprio tempo potesse essere impiegata per affrontare e risolvere qualche problema del Sig. Mario e della Sig.ra Maria. Ma poi mi convinsi presto che sarebbe stata un'azione improba e lasciai! Oggi sono convinto che sia ancora peggio di 20 anna fa. Dall'interno credo sia impossibile cambiare qualcosa del nostro mondo politico-amministrativo. Solo un'azione forte di rivolta verso questo sistema può convincere, chi ha fatto della politica un mestire, a lasciare. Un'azione forte di rivolta democratica potrebbe davvero costriungere alla non ricandidatura sia al centro destra che al centro sinistra, persone che da oltre 20/25 anni sono sulla breccia. E i risultati sno sotto gli occhi di tutti. I due schieramenti, al momento, non presentano nulla di nuovo, sia sul piano dei programmi che dei possibili candidati. Pertanto aspettiamo a giudicare il sindaco Caselli quando vedremo chi verrà proposto nello schieramento opposto. Una grande coalizione fatta solo per riprendersi la città non mi pare sia una operazione politica all'alatezza della grave situazione sociale ed economica che il nostro distretto sta attraversando. Come a livello nazionale è stata realizzata grande coalizione per fronteggiare l'emergenza economica e la disgregazione sociale, anche a Sassuolo potrebbe essere giunto il momento di formare una "grande alleanza" per il rilancio econimico, sociale e forse politico della nostra città. Solo un sasso buttato nel lago per aprire una discussione e senza la convinzione di avere la soluzione in tasca.
    Saluti a buona giornata a tutti i lettori

    Riccardo

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  7. Una situazione che lascia una grande amarezza. Constatare che non c'è speranza di una rottura col passato, sia dalla classe politica (Caselli da una parte col suo trasformismo, ma anche il PD e la sinistra dall'altra che si uniscono per riprendere la poltrona e non per portare avanti un progetto) che dagli elettori stessi, come dimostra il primo commento al quale importa solo di non aver casino sotto il proprio cortiletto e non anche di non finire in una città senza più punti di aggregazione per i giovani.

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