domenica 20 gennaio 2013

La campagna grigia di Bersani



Che Bersani non m'appassioni - anche se lo considero il candidato premier migliore - non lo scopro oggi. Ma un inizio così scialbo, deludente e moscio non me l’aspettavo. Questione di sostanza e di forma. Asettico e senza slancio, perfetto per prepararci alla Quaresima, come evoca Massimo Gramellini (del quale condivido spesso le valutazioni, magari non originali ma di buon senso oltre che scritte da dio).

Basta un’analisi sommaria del linguaggio utilizzato l'altro giorno all’apertura ufficiale della campagna elettorale per far cadere le braccia. Solo parole funeste, che evocano malattia, guerra, morte

Solo negazioni. La strategia del no, non nuova al Pd, gode di ottima salute. Smorzando residui entusiasmi e facendoci adagiare attoniti in quest’inverno politico  freddo e grigio, come la grafica della campagna “Italia Giusta”. Oggetto peraltro, come ormai tradizione, di scherno e parodie d’ogni tipo. 

"Partiti personali cancro della democrazia": ecco il titolo brioso dell’articolo di Repubblica on line. Il segretario del Pd riesce poi a sommare tre negazioni in una frase, concludendola con due altri concetti legati al lato più oscuro (e odioso) della politica. Nessuna speranza, nessun sogno, nessuna prospettiva. 
"Questa campagna elettorale si sta mettendo fuori dai binari, non sono soddisfatto, in questi termini noi non ci stiamo: non stiamo in una campagna fatta solo in termini di politicismo e cabaret".
Altri virgolettati dal manuale “Come perdere voti in campagna elettorale”. Volete un premier criptico, stanco e allibito? Anche no.
“Sono abbastanza stanco di dover essere tutti i giorni registrato su temi come 'io, Monti, la desistenza, il Senato e compagnia cantante'. Sono abbastanza allibito del fatto che ci sia il cabaret per avere un titolo, mentre siamo davanti a un paese che ha bisogno di essere ricostruito. Noi parleremo dell'Italia e degli italiani".
Noi diciamo no ad ogni qualunquismo che porta a posizioni fascistoidi per le quali non c'è destra e sinistra”
“La nostra arma atomica è l'appello al popolo delle primarie".
Sul Corriere non va certo meglio, sin dal titolo: «Usciamo da 20 anni di deriva morale», proseguendo con le gettonatissime e, per me, insopportabili metafore militari.
«La battaglia la vinceremo non perché abbiamo la vittoria in tasca, l'avversario c'è e ha rialzato la testa ma perché susciteremo le nostre forze in tutto il Paese e le nostre forze questa volta sono in grado di battere la destra».
E di nuovo la citazione della peggiore delle malattie.
“Sistemi organizzati su una persona che spesso si sceglie da sola sono un tumore che rendono la democrazia ingessata, inefficace e impotente”.
Ora, è vero che i giornali cercano col lanternino titoli ad effetto (è il loro mestiere). Proprio per questo occorre la massima attenzione alle espressioni e ai toni. Un bravo comunicatore imposta la comunicazione già sapendo quali saranno le 2-3 frasi ad effetto che i giornalisti coglieranno. Lì sta l’errore. Se le frasi ad effetto sono in negativo, stai certo che i titolisti non perderanno la ghiotta occasione di spararle a titoli cubitali

Bersani è saggio e preparato, ma non sa parlare né convincere. Chi lo consiglia dovrebbe almeno avvertirlo degli errori macroscopici e trasmettergli l’abc della comunicazione politica. 

2 commenti:

  1. Anche Giovanna Cosenza scrive un commento autorevole sulla campagna di Bersani qui:
    http://giovannacosenza.wordpress.com/2013/01/23/litalia-giusta-del-pd-di-bersani/#comment-19951

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  2. molto interessante, complimenti per l'analisi,
    e non pecca neppure di troppa crudeltà,
    ma emerge pure un apprezzamento di fondo..

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